Carissimi,
ci ritroviamo all’inizio del nostro anno formativo!

Sarà un anno ricco di novità ma anche di riconferme. Sullo sfondo rimane la necessità di adattarci continuamente alla situazione, ancora incerta, riguardante la salute mondiale. Cercando riferimenti sulla situazione attuale del Covid per l’adeguamento ai nuovi protocolli di sicurezza, mi sono imbattuta nella definizione di salute redatta dall’OMS nel 2011: la salute è “la capacità di adattamento e di autogestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”.

Tale definizione, alla luce di ciò che è avvenuto durante questa pandemia, mi ha fatto riflettere su quali possano essere queste sfide che siamo chiamati ad affrontare “per stare in salute”, ma soprattutto quali strumenti possiamo utilizzare per affrontare queste nuove sfide.

A livello sociale, per esempio, vi è molta incertezza su quali saranno gli effetti a medio e lungo termine della crisi in atto. È certo che in questi anni tutte le aree economiche del pianeta sono andate in recessione, con un aumento impressionante della disoccupazione, dei disavanzi e dei debiti pubblici. Più difficile invece valutare le conseguenze politiche, sociali ed economiche per il futuro non immediato.

Intanto non sappiamo quando la pandemia attuale potrà essere effettivamente considerata superata. Ciò significa che permarranno i problemi economici collegati al “distanziamento sociale” sia all’interno dei paesi (spostamenti, trasporti, scuole, attività ricreative, turismo ecc.), sia per quanto riguarda i movimenti delle persone e delle merci a livello globale. Tutto ciò non potrà che ripercuotersi negativamente sull’economia.

In secondo luogo, il Covid-19 ha colpito la dimensione corporea, ma anche la nostra psiche: recenti studi hanno riscontrato l’impatto negativo di questa pandemia sulla salute mentale, con un aumento di alcuni sintomi quali ansia e depressione. Le prime evidenze indicano che i soggetti più esposti al rischio di sviluppare problemi di salute mentale siano le donne, i giovani, chi soffre di disturbi del sonno, chi aveva uno stato di salute già precario o chi ha avuto parenti con COVID-19. Anche i pazienti con disturbi psichiatrici preesistenti hanno riferito di un peggioramento.

E il nostro mondo emotivo?

Come indicato dalle varie indagini condotte sulla popolazione è stato dimostrato che, prima in Cina nel dicembre 2019 e poi in Europa nel febbraio 2020, ci sia stato un grande incremento della sensazione di paura percepita,* tant’è che si è parlato anche di Coronaphobia.

*Asmundson, & Taylor, 2020

Dal momento in cui la minaccia si è rivelata incerta e continua, il vissuto di paura che è stato rilevato più o meno da tutta la popolazione, ha finito per diventare pervasivo e si è manifestato con diverse intensità, facendoci sentire spesso impotenti e privi di risorse.

A questo punto, di fronte a tali sfide così complesse e imprevedibili, come possiamo “autogestirci ed adattarci” in modo da prenderci cura della nostra salute?

Per quanto riguarda l’autogestione mi sembra che l’invito sia a partire dalla cura di noi stessi, dei nostri vissuti ed emozioni. Alcune nostre proposte formative riguardano proprio la conoscenza di sé, le nostre motivazioni all’azione o le reazioni, anche spirituali, suscitate dai recenti eventi.

Sull’adattarci ritengo che sia fondamentale acquisire “strumenti” comunicativi e relazionali per stare nella liquidità di questo tempo e poterlo trasformare in opportunità di crescita per ognuno di noi.

Il Centro Camilliano, che da sempre incarna una visione antropologica olistica dell’uomo,  vi propone, eventi formativi di “autogestione e adattamento” favorendo quindi la salute di ognuno di noi.

Buon cammino!

Malaika