Il Centro Relazione di Aiuto “San Camillo”, istituito presso il Centro Camilliano di Formazione di Verona, è un luogo preposto all’ascolto attivo in cui le persone in situazione di bisogno possono sentirsi accompagnate nel comprendere e superare le difficoltà in cui si trovano.

Il Centro Relazione di Aiuto “San Camillo” non è quindi rivolto a quanti cercano beni materiali: soldi, cibo, casa o altro, ma a coloro che soffrono di una povertà oggi trascurata: la povertà di non poter parlare di sé con qualcuno capace di ascoltarli e di aiutarli a far fronte creativamente ai colpi della vita.

Destinatari sono tutte le persone che sentono il bisogno di essere ascoltate e di approfondire la conoscenza di sé stesse e delle proprie relazioni, per poter eventualmente superare le situazioni problematiche in cui si trovano. Se la situazione lo richiede, esse potranno essere indirizzate a professionisti che potranno offrire loro un aiuto specialistico.

I professionisti dell’ascolto sono i membri dell’equipe del Centro Camilliano e i diplomati in Counselling e/o counselor in formazione.

In questo tempo di pandemia il servizio è continuato da remoto, sfruttando le diverse tecnologie e piattaforme digitali.

Le richieste più comuni sono state: il senso di solitudine, i conflitti familiari, abbandono scolastico dei minori e lutti non elaborati.

Non vi è dubbio che il dramma della solitudine ha assunto negli ultimi mesi proporzioni inaudite. Ed è quanto ricorre in molte ricerche empiriche, come quella del Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio, afferente al Dipartimento di Salute Mentale della Asl Roma 1 (notizia apparsa su Sanità 24ore, 23/09/2020).

Il Centro ha somministrato oltre 400 questionari ad altrettanti utenti nelle ultime due settimane della Fase 1, quando la popolazione era sottoposta alle misure restrittive già da più di un mese. Gli utenti che hanno risposto volontariamente – spiega la Asl Roma 1 in una nota di sintesi – sono prevalentemente donne (74%), con una età media di 41 anni e un titolo di studio superiore al diploma nel 66% dei casi.
Il 95% del campione ha una occupazione, e nella maggior parte dei casi il nucleo abitativo è composto da 2 o più persone prescindendo dal grado di parentela.

«Contrariamente al sentore generale che riporta come unica fonte di preoccupazione quella economica – evidenzia la nota della Asl RM 1 -, nel campione analizzato in pochi hanno subito variazioni delle condizioni lavorative e remunerative, facendo prevalere come maggiori fattori stressanti la mancanza di relazione sociale con i propri parenti e conoscenti, i cambiamenti nelle attività quotidiane e un discomfort generato dalla costrizione».

«L’impatto dei fattori restrittivi e dei cambiamenti di vita sui livelli di stress, misurato dalla ricerca, mostra la presenza di una tensione medio-alta ed alta nel 76% dei casi, con un aumento durante il lockdown di sintomatologia ansiosa, depressiva e post-traumatica, nonché disturbi legati alla sfera del sonno», commenta la professoressa Maria Luisa Attilia. “Costretti a vivere in un luogo dove non si vuole stare o con persone che aumentano il livello di stress”.

Dalla ricerca è emerso che il 99% delle persone ha subito situazioni di stress in isolamento. Il 53% ha riferito di essersi sentito stressato per la mancanza di relazione sociale con i propri parenti e conoscenti. Il 10% ha sofferto perché si trovava in un luogo o con persone con cui non voleva stare. Tra le fasce più colpite dalle conseguenze delle limitazioni il 12% vive da solo mentre il 56% si è dovuto confrontare con la didattica a distanza.

E in aggiunta a questi dati, è noto ormai che la fine del lockdown ha innescato un aumento vertiginoso di richieste di aiuto.

Sono richieste arrivate anche al nostro Centro di Relazione di Aiuto e confermano la necessità di essere ascoltati, compresi ma soprattutto aiutati a trovare dei significati nuovi nella nostra esistenza perché come scrive Victor Frankl:

Il gusto di vivere e di progredire ha le sue radici nell’esigenza di scoprire o di dare un senso alle tragedie della vita….anche se non è sempre facile scoprirlo.

Malaika Ribolati